Lightwater, Connecticut

Diamond Dran detesta questa piccola cittadina da meno di cinquemila abitanti. Lui vive per il pericolo e l’adrenalina, ed in questo posto non c’è mai stato nemmeno un tentativo di rapina.

Ora sta facendo un po’ di jogging nel parco, non per tenersi in forma ma unicamente per passare il tempo. Potrebbe starsene seduto tutto il giorno a mangiare patatine davanti alla televisione e non cambierebbe niente: il suo potere non solo lo rende invulnerabile ma anche immutabile.

Anche così, il Programma Protezione testimoni gli ha assegnato degli agenti di sicurezza per essere sicuri che i suoi vecchi colleghi non lo rapiscano nel tentativo di tenergli la bocca chiusa. Rendergli la vita dura è uno dei motivi per cui sta correndo da sei ore ininterrotte; lui non ha nemmeno versato una goccia di sudore, ma loro sono esausti. C’è chi si accontenta di poco.

Un furgone attrae la sua attenzione: stanno scaricando due poltrone proprio in mezzo al parco. Inoltre riconosce l’adolescente vestita di nero che sta spostando la seconda poltrona, usando solo una mano per sollevarla.

-Mayhem? [1] – si domanda ad alta voce, e la ragazza si volta.

Sì, è lei: maglietta strappata, capelli e rossetto neri, occhi verde brillante come unica nota di colore. Dran si ferma ad osservarla, ed altrettanto fanno i suoi due custodi.

-Che ci fai qui? Credevo te la fossi data a gambe quando hanno arrestato tutti gli altri.

-Così può andare, signorina Hemmings – interviene una voce maschile proveniente dal furgone, una voce che Dran riconoscerebbe ovunque.

Un uomo di mezz’età esce allo scoperto, avvicinandosi ad una delle due poltrone. Dran scatta, pronto a prenderlo a pugni, ma i suoi due custodi non sono d’accordo.

Nonostante le sue proteste riescono a sollevarlo e a portarlo verso la seconda poltrona; Dran è indistruttibile, ma ha pur sempre la forza di un uomo normale.

-Cosa credi di fare, stronzo? Hai una taglia da venti milioni di dollari sulla testa! – protesta Dran, agitandosi mentre catene di titanio bloccano braccia e gambe.

-Presti attenzione, signor Dran, sto per insegnare a lei e ai suoi ex colleghi una lezione assai importante.

I due custodi estraggono la pistola di ordinanza, e senza dire una parola si sparano a vicenda in mezzo agli occhi. L’uomo sulla poltrona non li guarda neanche, limitandosi ad incrociare le gambe.

-Nessuno inganna Augustus DeCeyt.

 

Villains LTD

#55

A NEW HOPE

 

In un pomeriggio assolato, due alleati improbabili si trovano seduti sul ciglio della strada da più di due ore. Soltanto ora si parlano.

-Quanto altro tempo dobbiamo perdere? – chiede Freeman.

-Non ci muoviamo fino al segnale – risponde tranquillamente Maria Hill.

-Secondo me la missione è fallita. Slim Snake si è fatto beccare e l’hanno scaricato in un ciglio della strada.

-Pathfinder ci avrebbe avvisato.

-Potrei andare a controllare e...

-...far crollare la sua copertura. Dimmi, Freeman, eri così insopportabile anche prima di ottenere i tuoi poteri?

-E tu lo eri, prima di diventare un’agente F.B.S.A?

I due si limitano a scambiarsi un’occhiata di reciproco disgusto, prima di tornare ad ignorarsi. Poi la radio finalmente si mette a parlare.

-Squadra Uno – comunica Pathfinder.

-Finalmente! – esulta Freeman, teleportandosi in mezzo alla strada e creando un portale sull’asfalto. Il secondo portale è posizionato a chilometri di distanza.

Dal cerchio nero nell’asfalto spunta un furgone corazzato che diventa visibile solo quando si trova già a mezz’aria. La gravità fa il proprio lavoro, e dato che il portale è scomparso il furgone si schianta a terra.

Freeman si avvicina, osservando il guidatore attraverso il finestrino ormai in frantumi.

-Sei in arresto, stronzo.

 

A bordo di un furgone identico, il guidatore che ha schivato il portale per un soffio esclama:

-Da dove è spuntato quell’affare!?

Qualcosa passa di fronte al furgone con velocità impressionante, come se il veicolo fosse immobile. Tutte e quattro le ruote esplodono un millisecondo dopo, facendo sbandare il furgone. David Cannon si ferma, osservando il veicolo avvicinarsi alle altre macchine...o meglio osserva le altre macchine spostarsi per colpa del furgone ancora invisibile.

-Spero che mi paghino un extra per questo – sospira, accelerando oltre la vista umana.

Un secondo dopo, decine di guidatori frastornati osservano dal marciapiede le loro macchine coinvolte in un tamponamento a catena.

Nel terzo furgone, il guidatore prende a pugni il volante: ha evitato il tamponamento dato che si sta dirigendo nella direzione opposta, ma può sentire tutto quanto tramite la radio.

-Come fanno a sapere come bloccarci? Siamo invisibili!

-Avete una spia a bordo – risponde la donna al suo fianco, puntandogli una pistola alla testa – Ora accosta e niente movimenti bruschi.

Nonostante la sorpresa, il guidatore riesce comunque a premere un pulsante prima di ricevere un colpo in testa con il calcio della pistola.

La donna afferra il volante, cercando di far uscire il furgone dalla corsia. Dallo specchietto retrovisore può vedere il furgone che si apre, lasciando cadere a terra parte della carrozzeria per rilasciare quello che sembra un incrocio tra una moto e un razzo.

La donna si toglie il passamontagna e la sua pelle si ricopre di scaglie mentre comunica con voce maschile:

-Qui Slim, il sospetto si sta allontanando in volo.

-Ricevuto, Slim. Procedo all’inseguimento – risponde Pathfinder.

 

Insomnia fatica a restare in sella alla moto, stringendosi a Pathfinder che è alla guida. Si copre gli occhi dal riflesso del sole per osservare la moto-razzo che si allontana.

-Lo vedi? Si sta allontanando in fretta; non posso dare a Freeman le coordinate!

-Lo vedo. E se lo vedo, posso colpirlo – si vanta Insomnia, accarezzando la pistola legata alla coscia.

-Sicura? Guarda che quello non è un fucile da cecchino.

-Allora mi servirà un assist – risponde Insomnia, alzandosi in piedi sulla moto. Pathfinder scuote la testa, prima di frenare bruscamente: non solo con i freni della moto, ma anche appoggiando un piede a terra e facendo forza. La moto si ferma completamente in pochi metri, lasciandosi dietro un’impronta trascinata nell’asfalto.

-Muoviti, non so più dov’è! – protesta Insomnia, afferrando una delle gambe di Pathfinder.

-Io sì – risponde Pathfinder, scagliando Insomnia in cielo con un solo calcio.

Insomnia stringe gli occhi, mentre il vento sollevato dall’accelerazione le soffia in faccia: se fosse una persona normale sarebbe probabilmente svenuta. Riesce comunque a vedere il pilota sulla moto-razzo; in un attimo, estrae la pistola e spara.

Un cittadino che si fosse trovato in mezzo a tutto questo la scena l’avrebbe trovata incomprensibile: un furgone invisibile che finisce fuori strada e spara un razzo che viene abbattuto da una donna lanciata contro la sua posizione. Tutto si risolve molto più rapidamente quando il razzo e la donna precipitano all’interno di un portale nero, apparso e scomparso in meno di mezzo secondo.

 

Lightwater, Connecticut

Attorno al parco si è radunata una grande folla. Uomini, donne e bambini di qualunque età si sono radunati attorno a DeCeyt, seduto sulla sua poltrona, e Dran, incatenato alla propria.

-Il cervello umano è qualcosa di straordinario, signor Dran. Ho dedicato la mia vita al suo studio. Decenni fa ho scoperto che esiste una frequenza radio che, con la giusta esposizione ed i giusti comandi, può permettere il controllo di qualunque azione.

-Non me la bevo; se hai della tecnologia per il controllo mentale, perché i tuoi agenti continuano a tradirti? Perché non controllarli? – risponde Dran, continuando a contorcesi. Se non fosse per il suo potere si sarebbe già stirato un muscolo.

-Lei insulta la mia integrità professionale, signor Dran: con una simile influenza, gli esperimenti non avrebbero valore. Inoltre, le necessità pecuniarie di un simile progetto sono state a lungo proibitive. Come può ben vedere, i profitti della Villains LTD sono stati ben spesi.

La folla si fa da parte per lasciar passare un carico molto particolare. Il carrello elevatore appoggia la grande vasca di fronte alle due poltrone, e Dran smette di agitarsi.

Sospeso nella vasca c’è un essere mezzo uomo e mezzo rettile, immobile.

-Marasso? Hai rapito di nuovo Marasso? Stai cominciando a ripeterti, DeCeyt!

-Sa che cosa sono i naniti, signor Dran? E’ una domanda retorica, è lapalissiano che lei non lo sappia. Microscopici robot capaci di ristrutturare la materia a livello molecolare. Quella vasca ne contiene circa trecento litri, costruiti dalle Avanzate Idee Meccaniche su un progetto del Mandarino.

Il fondo della vasca si apre, lasciando fuoriuscire l’acqua. Marasso riprende conoscenza quando questo accade: il suo cervello rettile non è abbastanza avanzato da capire in tempo cosa stia accadendo, terrorizzato dal fatto che il suo corpo si sta sbriciolando.

Gli abitanti di Lightwater restano a guardare il mostro che si agita e muore. Restano a guardare mentre l’acqua prende vita e si muove verso di loro.

Sul volto di Dran c’è solo confusione. Poi i suoi occhi si spalancano per la sorpresa quando il primo degli abitanti inizia a trasformarsi: la sua pelle diventa verde e gli aculei strappano i vestiti. La stessa cosa succede ad un cittadino dopo l’altro: non importa che sia un bambino o un anziano, tutti diventano Marasso.

-La crescita improvvisa del cervello rettile ha causato problemi nei primi esperimenti. Data l’aggressività naturale che si attiva dopo la trasformazione, è necessario un campione iniziale molto ampio per ottenere un numero sufficiente di esemplari.

Durante la spiegazione di DeCeyt, il primo dei Marassi fa la prima vittima inghiottendo un neonato, tutto intero. Un secondo lo attacca subito per strappargli il cibo.

Diamond Dran chiude gli occhi: non può sopportare la vista di questi mostri che si squartano a vicenda senza emettere un solo suono.

Riapre gli occhi solo quando Mayhem gli spruzza qualcosa in faccia; nell’agitarsi, Dran vede che lo sta ricoprendo di benzina.

-Cosa credi di dimostrare, vecchio coglione del cazzo? Sono invulnerabile! Non puoi farmi...non puoi...

Il volto di Dran sbianca. Sente dolore ai polsi. Per la prima volta da quando ha il suo potere, sente dolore.

-Il dottor Von Doom mi doveva un favore [2]; la sua tecnologia di smorzamento è rimarchevole, sono certo che concorderà. Signorina Hemmings?

Dran si volta verso la ragazza, terrorizzato. Sente il sudore freddo sulla fronte. Può vedere le lacrime della ragazza brillare alla luce degli occhi verdi, come se stesse cercando di combattere i propri ordini.

A differenza dei Marasso, Dran non è silenzioso. Le sue urla strazianti farebbero versare lacrime di pietà al più spietato degli assassini.

DeCeyt si limita a spazzar via dalla spalla un pezzo di carne bruciata.

 

Quartier Generale dell’FBSA

New York City

La mensa è praticamente deserta. L’ora di pranzo è già terminata, ma una squadra di agenti in tenuta antisommossa sta tenendo sotto tiro tre uomini e due donne che hanno iniziato a mangiare soltanto ora. Indossano collari per l’annullamento dei poteri e sono in divisa carceraria.

-Questa roba fa schifo – si lamenta Switch, lasciando cadere la forchetta nel piatto.

-Non so di che ti lamenti – risponde Slim Snake, inghiottendo un’intera bistecca cruda.

-Ci siamo fatti un culo così per portare a termine la missione e cosa ci guadagniamo? La solita sbobba e una serata passata in cella a guardare una parete vuota.

-Sempre meglio della sedia elettrica – risponde Pathfinder.

-Switch ha ragione, questo posto è un mortorio – insiste Insomnia, facendo roteare il coltello sull’indice come se fosse un pallone da basket.

-Quindi quando evadiamo? – chiede Turbine, con un tono di voce un po’ più alto rispetto a quello usato dai commensali.

In tutta risposta riceve un pugno in testa da Pathfinder che lo sgrida subito:

-Stai un po’ zitto! Vuoi rovinare tutto!?

-Che c’è da rovinare, il massimo che possono fare è mandarci in prigione. Oh, aspetta: ci siamo già! – risponde Turbine, afferrando il polso della donna.

-Così mi fai male – risponde Pathfinder, riuscendo a dirlo come se fosse una minaccia invece di una lamentela.

-Non darmi ordini, ragazza. Specialmente visto che con quel collare addosso non hai la superforza.

-Il collare non blocca il mio potere mutante, idiota – sussurra Pathfinder, con un leggero cenno del capo verso la propria destra.

Turbine si volta giusto in tempo per vedere Maria Hill entrare nella mensa; lascia andare il polso di Pathfinder, sperando di non essere stato visto.

-Cannon, devo farti mangiare con le manette? – lo redarguisce immediatamente la Hill.

-No, signora – mormora Turbine tornando a mangiare.

Maria Hill si avvicina al tavolo, strappando il coltello dalle mani di Insomnia.

-Avete fatto un buon lavoro negli ultimi mesi, ragazzi. Grazie a voi l’FBSA ha bloccato più di venti operazioni di grosso calibro. Continuate così per un altro anno o due e potremmo anche cominciare a parlare di ridurre la vostra pena.

-Brutte notizie in arrivo, eh? Se il capo comincia a fare complimenti c’è da preoccuparsi – commenta Switch.

-Sì Hill, cos’è sei finalmente riuscita ad ordinare a qualcuno di scoparti? – ridacchia Insomnia.

Un secondo dopo Insomnia si ritrova a sbattere il naso contro il piatto. Maria Hill continua a parlare con tutta tranquillità, pur continuando a tenere bloccata Insomnia in quella posizione.

-Quando mi hanno proposto questa soluzione vi avrei sbattuto volentieri in prigione ed avrei buttato la chiave, ma vi siete comportati bene finora. Però sapete che non sono il tipo da chiudere un occhio, quindi vedete di rigare dritto.

Maria Hill lascia andare Insomnia, che non ha ancora smesso di tossire prima di gettarsi addosso alla donna. Pathfinder interviene all’ultimo momento, bloccando Insomnia con le braccia dietro la schiena.

-Godetevi il pasto. Tornate a mangiare nelle vostre celle per il prossimo mese – taglia corto Maria Hill, allontanandosi.

Insomnia si agita ancora per un po’, prima di tranquillizzarsi a sufficienza per poter essere lasciata libera.

-Cos’è che avete che non va? Perché devo continuamente mettervi in riga? Pensate che mi diverta!? – protesta Pathfinder.

In risposta riceve solo silenzio.

-Ci hanno dato la possibilità di lavorare usando i nostri poteri e voi volete mandare tutto all’aria solo per fare i duri? – insiste.

-“Lavorare” prevede che ci paghino – risponde Switch.

In risposta, Pathfinder spazza via i piatti facendoli cadere dal tavolo e fissa negli occhi il proprio ex collega.

-Tu hai un’idea migliore, Freeman? Perché continuo a sentirti lamentare ma non ho ancora sentito un solo suggerimento su cosa fare!

Le guardie si decidono a far sentire la propria presenza, facendo un passo avanti e caricando le armi.

-Ho un piano – sussurra Switch.

 

Lightwater, Connecticut

Augustus DeCeyt ancora non si è mosso. I Marasso hanno finalmente raggiunto il limite ottimale ed hanno smesso di massacrarsi l’un l’altro; il suo esercito è pronto.

Dato l’isolamento di questa piccola cittadina rispetto al resto dello stato, ha calcolato che potrebbe volerci un giorno intero prima che qualcuno si accorga di ciò che ha fatto.

E’ troppo. Si alza in piedi, premendo con un dito il microscopico impianto dietro l’orecchio destro.

-Venite a prendermi.

 

Quartier Generale dell’FBSA

New York City

Un’agente sta scortando Insomnia e Pathfinder verso la cella che condividono. Dato quello che è successo in mensa nessuna delle due ha voglia di parlare.

Improvvisamente, Pathfinder si ferma e si irrigidisce. Come se le avessero appena infilato un ago alla base del collo.

-Che c’è?

-DeCeyt. Riesco a sentire la sua posizione.

-Credevo che avesse una qualche tecnologia per bloccare il tuo potere.

-Piantatela di chiacchierare e tornate nelle vostre celle – le zittisce l’agente.

Pathfinder chiude gli occhi. Non c’è nessuno in vista. Prende fiato e poi si volta di scatto, usando tutta la forza che ha per colpire l’agente con un pugno in faccia.

L’agente è spiazzata dall’attacco, abbastanza perché Insomnia le sottragga la pistola e la colpisca in testa con il calcio. Subito dopo le spara alle gambe.

-Era davvero necess – inizia a protestare Pathfinder, trovandosi la pistola puntata in mezzo agli occhi.

Deglutisce.

-Buon lavoro. Andiamocene da...oh merda. Dobbiamo liberare Switch, questo posto sta per...

Pathfinder non fa in tempo a finire la frase prima che il soffitto crolli in testa ad entrambe.

 

Switch casca dal letto su cui si era appena seduto; il rumore delle macerie copre tutti gli insulti che sta lanciando al creato.

-Freeman, Slim, siete ancora lì? – chiede Turbine dall’altra cella.

-E dove cazzo credi che sia!? Slim, facci uscire da qui – ordina Switch.

-Solo un secondo – risponde il Deviante, infilandosi una mano nella bocca e continuando finché tutto l’avambraccio non è all’interno del suo sistema digestivo.

-Fai veramente schifo quando fai così – sottolinea Switch.

Slim Snake estrae finalmente dall’esofago la forchetta che aveva inghiottito assieme alla carne cruda, iniziando ad utilizzarla per manomettere il collare inibitore.

-Giusto per la cronaca, a me il cibo qui piaceva.

-Tu mangi topi vivi!

-Dovresti provarli qualche volta.

 

Pathfinder frantuma una delle pareti crollate con un calcio, mentre Insomnia è all’erta con la pistola rubata alla guardia.

-Rilassati, ti dico io se arriva qualcuno.

-Come facevi a sapere che sarebbe crollato tutto?

-Mayhem. Ho sentito il suo cervello avvicinarsi dall’alto a diversi chilometri orari.

-Mayhem? La punk gotica con superpoteri reclutata da Zero? Bene, temevo ci fosse qualcuno di pericoloso a cercare di ucciderci questa...cos’è quest’odore?

Le due donne raggiungono finalmente l’ingresso dell’edificio, anche se mettono immediatamente in discussione questa strategia.

Tutta la stanza è avvolta dalle fiamme. Al centro c’è Mayhem, fluttuante a mezzo metro dal suolo, che con una mano trattiene un agente mezzo carbonizzato.

Non è l’unico: attorno a lei ci sono almeno due dozzine di cadaveri, e l’odore di carne umana bruciata permea l’aria.

Si volta verso Insomnia, incurante dei proiettili che rimbalzano sulla sua pelle. I suoi occhi verdi si illuminano, ed Insomnia deve lasciar andare la pistola per evitare che il metallo fuso la ustioni.

-Cosa diavolo ti è successo!? – chiede Pathfinder.

Mayhem non risponde: l’intensità della luce verde si intensifica, e due raggi di calore si dirigono verso Pathfinder. I raggi trovano sulla propria strada solo il pavimento ed un forte vento. Mayhem sembra sorpresa dall’aver mancato il bersaglio, ma ancora di più dall’apparizione di un grande portale nero.

 

All’esterno dell’edificio si è già radunata una discreta folla. Finora hanno visto solamente un oggetto estremamente veloce sfondarne il tetto.

Ora vedono un treno merci uscire a tutta velocità da quello che rimane dell’ingresso dell’edificio; ancora più incredibilmente, però, il treno merci non crolla a terra.

Mayhem afferra la locomotiva ed inizia a salire. Gli ultimi vagoni colpiscono l’asfalto, ma nonostante gli enormi danni non ci sono vittime. Mayhem continua a salire, fino a quando l’intero treno non è sospeso in verticale.

La ragazza sembra tradire un certo sforzo solo quando scaglia il treno verso l’alto. Chi sta osservando la scena pensa subito di doversi mettere in salvo, temendo che il treno caschi sulle loro teste...invece continua a salire rapidamente, ben oltre la loro visuale. Non lo sanno, ma tra poco diventerà un satellite.

Mayhem scende lentamente a terra, fissando l’edificio come se potesse vedere attraverso i muri.

Si distrae per colpa dei civili che si avvicinano; il suo corpo si irrigidisce in previsione di un assalto, invece riceve solo un applauso.

-Ci hai salvato tutti! – esulta un civile.

-Non ti ho mai vista prima; sei una nuova?

-Sei nei Vendicatori?

Mayhem batte le palpebre. E’ la sua unica reazione prima che i suoi occhi inizino nuovamente a lanciare raggi di calore. Ruota su se stessa, continuando a fluttuare, incenerendo tutto ciò che incontra il suo sguardo: persone, auto, case.

Il rumore attorno a lei cessa rapidamente, e può tornare a concentrarsi. Dall’altra parte delle mura, vede i propri bersagli scomparire all’interno di un portale.

Pathfinder ricompare sopra di lei, calciandola così forte da farla sbattere contro l’asfalto.

 

All’interno dell’edificio, Maria Hill zoppica verso l’entrata. Finora ha visto ben pochi sopravvissuti: l’attacco è stato eseguito con precisione chirurgica e brutale efficienza. Qualcuno l’afferra da dietro, bloccandola con un braccio attorno al collo e puntandole una pistola alla testa.

-Adesso noi due ci divertiamo un po’ – minaccia Insomnia.

Maria cerca di liberarsi, ma senza il collare inibitore ha il doppio della sua forza ed altrettanta esperienza nel corpo-a-corpo.

-Ho studiato quale parte del cervello è meglio colpire per una morte veloce, sai? E’ facile da colpire. Ci vuole una mira eccezionale per assicurarmi che tu ci metta dei mesi a morire, mesi durante i quali non potresti neanche andare al bagno da sola. Dimmi, stronza, secondo te ho una buona mira?

-INSOMNIA – interviene la voce di Switch.

C’è qualcosa di diverso dal solito nel suo tono, un’autorità che non dimostra spesso. Insomnia sa benissimo che non le conviene contraddirlo quando parla così.

-Okay – risponde, spingendo Maria Hill da parte ed allontanandosi. A suo onore, l’agente non si lascia intimorire.

-Questa è la vostra ultima possibilità di uscirne puliti. Quanta gente deve morire per chiudere il conto che avete in sospeso con DeCeyt?

Switch estrae qualcosa da un portale in cui infila una mano: una maschera completamente nera.

-Andiamo; più restiamo qui e più siamo bersagli facili.

Switch passa attraverso un portale, che lascia aperto dietro di sé. Insomnia punta la pistola contro Maria Hill e sorride.

-Ho detto andiamo – ripete Switch dall’altra parte del portale, afferrando Insomnia per un braccio e trascinandola dall’altra parte. E’ solo grazie al suo intervento che il colpo sparato manca il bersaglio.

 

Mayhem e Pathfinder atterrano nella metropolitana, dopo aver creato un grosso buco che conduce alla superficie. Pathfinder spinge con forza la testa di Mayhem nel pavimento, stando molto attenta a non trovarsi sulla traiettoria della sua vista incendiaria.

-Cosa diavolo vuoi da noi!?

Anche così, tenerla a terra è un’impresa titanica. Mayhem si rialza, affondando le mani nel pavimento per la forza che deve usare, facendo perdere l’equilibrio a Pathfinder. Un attimo dopo, Mayhem scatena i propri raggi ottici.

Si accorge di aver mancato il bersaglio. Si volta subito verso i binari; dall’altra parte può vedere Pathfinder che scende dalle braccia di Turbine, e si incammina subito verso di loro proprio mentre il convoglio le passa davanti.

Turbine e Pathfinder tirano un sospiro di sollievo, considerando la possibilità di averla seminata. Invece Mayhem cammina sull’aria sopra i binari e passando attraverso le carrozze, sfasciandole completamente.

Il frastuono è a dir poco assordante: il convoglio che deraglia, il metallo che si piega, le urla di terrore. La fermata cade nel buio, e tutto quello che Turbine e Pathfinder vedono sono gli occhi verdi di Mayhem che brillano.

Non possono vedere che, illuminate da quella promessa di morte, le loro ombre hanno preso la forma di un uomo.

-Adesso ci penso io – li tranquillizza l’ombra.

-Stai giù! – avverte Turbine, afferrando Pathfinder. Lei non ha neppure il tempo di sentire le sue parole, quindi Turbine si limita a stringerle la testa al petto e a chiudere gli occhi.

Non li riapre finché le urla di Mayhem non finiscono.

Pathfinder si allontana da Turbine per guardare: la luce è tornata, Shades si sta rimettendo gli occhiali da sole, e c’è una grossa macchia nera dalla silhouette femminile schiacciata contro le macerie della metropolitana.

-Hm. Dilettante.

-Tu da dove cazzo salti fuori? E se mi rispondi “dalle ombre” giuro che ti prendo a pugni – chiede Turbine.

Shades si limita ad indicare con un cenno della testa il portale che è appena apparso al suo fianco. Poi domanda a Pathfinder:

-E’ vero che hai la posizione di DeCeyt?

Pathfinder annuisce.

-Allora muoviamoci. Non c’è un minuto da perdere – risponde Shades.

-Mayhem. Ci siamo quasi fatti ammazzare da Mayhem...io mi ero quasi dimenticato di chi fosse – ammette Turbine.

I tre ex agenti della Villains LTD si incamminano verso il portale, fermandosi quando sentono delle grida.

-Aiuto! Le porte non si aprono! C’è qualcuno là fuori? Aiutateci!

Turbine e Shades esitano: con i loro poteri ci vorrebbe ben poco per soccorrere queste persone, e le autorità ci metteranno del tempo per arrivare sul luogo vista la scia di distruzione che Mayhem si è lasciata alle spalle.

-Andiamo, abbiamo cose più importanti da fare – li incita Pathfinder, voltando le spalle al luogo dell’incidente ed entrando nel portale.

 

Lightwater, Connecticut

La città è avvolta da un silenzio innaturale. I Marasso non parlano; non emettono nessun suono, accovacciati al suolo ma pronti a scattare al minimo disturbo.

La maggior parte di loro è accampata all’esterno di una casa, la classica casetta familiare del sogno americano. Solo che al suo interno non ci sono i genitori con i due virgola cinque figli, c’è solo un uomo seduto davanti alla televisione...l’unica accesa in tutta la città.

Il servizio parla di un’esplosione al quartier generale dell’FBSA, assalito da una super-umana non ancora identificata. Il disastro avvenuto poco dopo nella metropolitana è considerato collegato in qualche modo ancora non chiaro, così come la misteriosa silhouette sulle macerie.

Si stima che ci siano stati un migliaio tra morti e feriti. Altri super-umani sono stati coinvolti in uno scontro; voci ancora non confermate lo danno come la prima azione della Villains LTD dopo mesi di inattività.

Augustus DeCeyt accenna l’ombra dell’intento di un sorriso.

-Perfetto.

 

CONTINUA

 

 

 

Note

 

[1] Vista per la prima volta nel numero 43 ed assente da queste pagine dal numero 50

 

[2] Favore riscosso su Crossover MarvelIT 5